Calcestruzzo
Affioramenti ferri di armatura
Problematica causata dall’errato o dal mancato posizionamento dei distanziali tra armatura e cassero con conseguente insufficiente spessore del copri ferro oppure dal degrado e dalla disgregazione del cemento che mette a nudo i ferri.
Verifica e trattamento
Il trattamento dei ferri di armatura è necessario prima di procedere con i ripristini. Si procede con adeguata pulizia dei ferri, anche delle parti meno accessibili, mediante sabbiatura o manualmente. I ferri così puliti andranno trattati con malte o sistemi passivanti; seguirà il ripristino delle parti mancanti o danneggiate con appositi prodotti. A maturazione avvenuta si applicheranno i sistemi di protezione e finitura che dovranno garantire una buona impermeabilità dei supporti.
Degrado del calcestruzzo dovuto ad attacchi chimici o fisici
La protezione del cemento armato è indispensabile per garantire la durabilità delle strutture nel tempo. Il degrado dei manufatti non adeguatamente protetti, esposti ad atmosfere aggressive o a condizioni di impiego particolari (come ad esempio nel caso di manufatti autostradali) può compromettere, anche a livello strutturale, la funzionalità delle opere. Il degrado si manifesta con un aumento di porosità del calcestruzzo che, risultando meno impermeabile agli aggressivi esterni, assorbe gli inquinanti che accelerano il degrado delle strutture.
La mancata protezione spesso favorisce la corrosione dei ferri di armatura interni alle strutture che, ossidandosi, aumentano di volume fessurando ulteriormente il copri ferro così da permettere ulteriore passaggio di acqua ed inquinanti, accelerando di fatto il processo di degrado.
Verifica e trattamento
Il tipo e la gravità del degrado dipendono da molteplici fattori; per i livelli di degrado contenuti che si evidenziano con disomogeneità superficiali, segni di lieve disgregazione, circoscritti distacchi, e che non interessano il manufatto dal punto di vista strutturale, si procede di norma con la pulizia finalizzata alla rimozione di tutte le parti non adeguatamente coese mediante energica idropulitura o sabbiatura. Per ripristinare le caratteristiche del fondo è consigliabile procedere rasando i supporti con malte anticarbonatazione che, a maturazione completata, saranno protette con adeguati prodotti in grado di proteggere i manufatti dalla penetrazione dell’acqua e dei gas atmosferici.
Disomogeneità del calcestruzzo (nidi di ghiaia)
Questa problematica si riferisce a quelle porzioni di getto che mostrano superficialmente una concentrazione di aggregato di grosse dimensione che può essere causata da più fattori: eccesso di acqua, carenza di aggregati fini, elevata concentrazione dei ferri d’armatura, mancata o carente vibratura in fase di getto. Questo difetto non è da ritenersi solo estetico e superficiale perché vengono compromesse anche resistenza a compressione e durabilità.
Verifica e trattamento
Verificare l’ampiezza, la profondità e le eventuali compromissioni della struttura. Se il difetto non interagisce a livello strutturale provvedere al ripristino con specifiche malte al fine di garantire finitura, aspetto e granulometria simili alle parti integre.
Murature contro terra
Tinteggiare murature contro terra, non adeguatamente impermeabilizzate, anche se costruite in calcestruzzo, come ad esempio muretti di recinzione o muretti di contenimento, si rivela un grosso problema. È facile prevedere che le murature contro terra saranno soggette sia ad umidità di risalita per capillarità sia ad infiltrazioni dal terreno. La pitturazione di queste strutture è un’operazione a rischio perché, oltre all’umidità spesso sono presenti nel manufatto anche sali in elevata quantità che compromettono l’ancoraggio e la durata delle finiture.
Verifica e trattamento
Prima di procedere con la tinteggiatura è necessario verificare se in fase di costruzione è stata prevista e realizzata un’impermeabilizzazione adeguata. Si verifica visivamente la presenza di sali o di parti friabili e tramite misurazioni con igrometro, la presenza di umidità. Se le condizioni lo permettono si procede con la preparazione e la tinteggiatura con sistemi adeguati alla protezione del calcestruzzo.
Qualsiasi sistema di protezione è destinato a non durare nel tempo, nel caso in cui siano presenti umidità e sali nei supporti. In questi casi è consigliabile procedere con il risanamento delle murature per mezzo di specifici sistemi deumidificanti che andranno poi finiti con sistemi ad alta permeabilità.
Presenza di distaccanti sul calcestruzzo
La realizzazione di opere in cemento armato, sia in prefabbricato che in tradizionale, presuppone l’utilizzo di un sistema di casseratura funzionale alla realizzazione del getto. Al fine di evitare aderenze tra il getto in calcestruzzo e i casseri, sono utilizzati appositi composti da stendere sui casseri stessi ed impedire al cemento di aderire alla casseratura per favorire poi il disarmo.
Verifica e trattamento
Prima di procedere con la pitturazione del calcestruzzo è importante verificare la presenza di eventuali disarmanti sui pannelli che, se non rimossi, possono generare problemi di adesione o disomogeneità cromatica nelle finiture. Si procede con un controllo visivo dei supporti finalizzato a verificare la presenza di patine lucide o tracce di colature che spesso indicano la presenza di disarmanti sui pannelli. Un sistema di verifica consiste nel bagnare il supporto con acqua; generalmente presenze o eccessi di disarmanti producono un effetto perlante con fenomeni di schivatura. Di norma, se trascorrono alcuni mesi tra la messa a dimora dei pannelli e la tinteggiatura, i disarmanti non rappresentano un grosso problema. Nel caso in cui, dopo le verifiche suggerite, l’effetto schivatura o perlante risulti importante si suggerisce di richiedere al produttore dei pannelli le specifiche sui prodotti utilizzati ed eventuali indicazione sui solventi da utilizzare per la loro rimozione. È buona norma, prima di procedere con la pittura, effettuare un idrolavaggio ad alta pressione, possibilmente con acqua calda.
Presenza di impurità nel calcestruzzo
Sono caratteristiche e presenti in special modo nei pannelli prefabbricati dove, spesso, si evidenziano dopo alcuni mesi dal loro posizionamento. Si manifestano attraverso colature brune che sembrano sgorgare dai pannelli in calcestruzzo nei punti più disparati; la causa è rappresentata da impurità che contengono componenti ferrose inglobate nell’impasto cementizio.
Verifica e trattamento
Le impurità ferrose devono essere totalmente eliminate; è pertanto necessario fresare sino alla completa asportazione e stuccare adeguatamente i fori. Non sempre è possibile individuare tutte le impurità che spesso si trovano appena sotto la superficie e impiegano tempo per manifestarsi. È buona norma, comunque, prima di procedere alla tinteggiatura, verificare con attenzione tutte le superfici. Nel caso vengano riscontrati aloni marroni o anomalie cromatiche è consigliabile praticare un foro di saggio. I sistemi di tinteggiatura da utilizzare in questi casi devono garantire un’ottima impermeabilità all’acqua e all’anidride carbonica.
Legno
Macchiature su legno (trasudamento di acido tannico)
Tale fenomeno si presenta su legno ricco di tannino (legno acido), si manifesta attraverso macchie scure che affiorano in superficie (più visibili su colori chiari), risulta più evidente con l’utilizzo di prodotti vernicianti a base acqua. Si dovranno lavare le macchie con una soluzione, in rapporto 1/1, di acqua e alcool denaturato oppure con scoloritori per legno a base di acido ossalico; quindi risciacquare molto bene le aree interessate, lasciarle asciugare, applicare una mano di primer specifico per legno acido, e la vernice di finitura.
Sfogliamento delle finiture da supporti in legno
Problematica riconducibile alla non corretta adesione delle finiture sui fondi sottostanti che può essere causata da errata preparazione, presenza di umidità nei manufatti, compatibilità di prodotto, etc. In questi casi è necessario rimuovere totalmente gli strati non coesi, verificare le cause che ne hanno provocato il distacco e rimuoverle, preparare correttamente i supporti e riverniciare con i sistemi più idonei alle condizioni d’uso dei manufatti.
Metallo
Formazione di pelle
Solidificazione dello strato superficiale del prodotto all’interno del barattolo.
Può essere dovuto alla non corretta chiusura dei coperchi. Normalmente, una volta rimosso lo strato superficiale di pelle, il prodotto è utilizzabile.
Presenza di calamina e scaglie di laminazione
L’acciaio, in particolare, durante le operazioni di laminazione a caldo manifesta in superficie uno strato di ossido detto “calamina”, di colore bluastro, prodotto dal brusco raffreddamento del ferro a contatto con l’aria.
Questo strato è costituito da:
• Ossido ferroso [FeO] nella parte vicina al metallo
• Magnetite [Fe3O4]nello strato intermedio
• Ematite [Fe2O3] nello strato esterno
Non sempre lo strato di calamina si presenta compatto e ben aderente al metallo (se così fosse lo stesso strato di calamina potrebbe costituire un ottimo supporto per una successiva pitturazione); al contrario, durante le operazioni di lavorazione dei metalli o in fase di trasporto delle strutture o dei manufatti, di solito queste scaglie si rompono sia perché il metallo (in fase di lavorazione) risulta costantemente esposto agli agenti atmosferici, sia perché la calamina è più fragile del metallo a cui è aggrappata ed il coefficiente di dilatazione termica è sensibilmente diverso da quello del supporto, lasciando la superficie metallica ricoperta da una patina disomogenea, inconsistente ed incoerente, del tutto inadatta a ricevere una verniciatura.
Verifica e trattamento
Prima di procedere con l’applicazione dei cicli di verniciatura, in presenza di calamina e/o scaglie di laminazione, è sempre buona pratica ricorrere ad una adeguata preparazione del supporto.
La preparazione delle superfici comporta necessariamente un’energica pulizia del supporto che, di regola, non può essere fatta manualmente. Strati di calamina molto duri, compatti e ben coerenti al metallo, si alternano con altri strati di calamina sfaldati e con scaglie residui di laminazione del tutto incoerenti al supporto. In queste condizioni è preferibile ricorrere ad una profonda pulizia del supporto utilizzando mezzi meccanici (spazzola metallica o dischi abrasivi) se non addirittura, nei casi più estremi, è consigliabile prevedere una leggera sabbiatura del supporto.
Presenza di ruggine e corrosione del supporto
Tutte le strutture metalliche sono soggette a fenomeni corrosivi, che si intensificano in relazione alle condizioni ambientali a cui i manufatti sono soggetti. Le superfici metalliche esposte alle atmosfere marine si degradano molto più rapidamente di equivalenti strutture esposte in ambiente urbano, in quanto l’azione della salsedine accelera il processo di corrosione dei metalli. Pertanto, è fondamentale tenere in considerazione l’ambiente in cui il manufatto è collocato e le condizioni d’uso a cui il supporto metallico è destinato.
Verifica e trattamento
Per le strutture in acciaio esiste in tal senso la norma UNI EN ISO 12944 “Pitture e vernici. Protezione dalla corrosione di strutture di acciaio mediante verniciatura” che definisce:
• le classi di corrosività atmosferica dei principali ambienti ai quali le strutture di acciaio sono esposte, basandosi sulla perdita di massa (o di spessore) rilevata da opportune provette di riferimento;
• i tipici ambienti atmosferici naturali ai quali le strutture di acciaio sono esposte, dando indicazioni sulla valutazione del grado di corrosività riscontrabile in tali ambienti.
La scelta del ciclo di verniciatura più opportuno dipenderà dalle condizioni d’uso a cui saranno soggetti i manufatti da proteggere. Per la protezione dei manufatti destinati ad utilizzo in ambienti non particolarmente aggressivi, un normale sistema di protezione e finitura composto da un trattamento con un valido antiruggine e da una buona finitura è sufficiente purché venga applicato a spessori adeguati a garantire una buona protezione.
Per la protezione delle carpenterie metalliche destinate ad ambienti particolarmente corrosivi, per esempio marini o industriali, è preferibile utilizzare prodotti caratterizzati da elevata protezione (solitamente di natura bicomponente come epossidici e/o poliuretanici), prevedendo poi intervalli relativamente brevi di ispezione e manutenzione del ciclo di verniciatura nel tempo.
Supporti con presenza di micro bolle o difetti nei vecchi film
Le alte temperature o il vento riducono notevolmente la dilatazione del prodotto verniciante. L’essiccazione avviene in superficie e non in profondità, generando la formazione di micro bolle durante la fase di stesura, a causa della rapida evaporazione dei solventi (compresa l’acqua dei prodotti vernicianti all’acqua).
Le micro bolle restano nel film indebolendolo e pregiudicando l’effetto estetico.
La polimerizzazione non avviene in modo graduale e vengono compromesse le caratteristiche di resistenza chimica e fisica del prodotto verniciante.
Verifica e trattamento
Evitare, se possibile, di applicare i prodotti vernicianti nelle ore più calde della giornata (tarda mattinata e primo pomeriggio), soprattutto nelle ore durante le quali il sole irraggia direttamente la superfice da trattare.
Utilizzare diluenti lenti o aumentare la diluizione dei prodotti vernicianti per agevolarne la distensione durante la fase di asciugatura e prevenire eventuali difetti nel film (micro bolle).
Per ripristinare i supporti che presentino questa difettosità è necessario carteggiare le superfici con carte abrasive fini o pagliettare.
Sarà poi necessario pulire e spolverare attentamente i supporti prima di procedere all’applicazione di una ulteriore mano di finitura.
Supporti zincati con presenza di vecchi film in distacco
La mancata preparazione dei supporti o l’utilizzo di fondi o finiture non adeguate possono indurre il distacco del film dalle superfici zincate.
Quando il prodotto precedentemente applicato non è ben coeso è indispensabile procedere alla sua totale rimozione con mezzi chimici (sverniciatori) o meccanici.
Verifica e trattamento
Dopo aver asportato le porzioni di vernice in fase di distacco, e tutte le parti che non risultano perfettamente coese al supporto, procedere ad una operazione di pulizia con prodotti specifici che non danneggino il film di vernice correttamente ancorato al supporto; eliminare eventuali punti di ruggine che potrebbero essersi formati sui bordi tagliati o attorno a fori e bulloni, facendo attenzione a non intaccare la zincatura trattando poi le parti con un fondo antiruggine.
Se lo strato di ruggine non è profondo potrebbe anche essere utilizzato un convertitore di ruggine; quindi ritoccare con uno specifico primer e applicare la finitura.
Le lamiere possono poi essere trattate con differenti sistemi:
• applicazione di specifico primer ancorante mono o bi-componente, applicazione della finitura;
• applicazione diretta di specifici prodotti vernicianti mono o bi-componenti per superfici zincate.
Muro Esterno
Contaminazione da alghe e muffe
Il proliferare di questi organismi è legato a molteplici fattori che inducono e alimentano la loro formazione. Le alghe, che si presentano come colature blu/verdastre, provocano danni prevalentemente estetici e difficilmente intaccano i rivestimenti. I funghi, che si presentano come tante rosettine circolari, possono invece provocare danni notevoli anche ai rivestimenti (rotture e perdite di aderenza al supporto), in quanto hanno una notevole capacità di penetrazione attraverso il film della pittura. La tipologia dei batteri presenti nell’atmosfera cambia continuamente, creando sempre nuovi problemi dal punto di vista formulativo. Recentemente sono venuti alla luce nuovi ceppi, particolarmente resistenti ai normali additivi antimuffa e antialga. Uno dei principali fattori che influenzano la colonizzazione di microrganismi sulle pareti in muratura è la presenza di umidità all’interno del rivestimento e del supporto; ne deriva che pitture o rivestimenti per facciate esterne a rischio di colonizzazione dovranno essere formulate in modo da assicurare che il corpo “muro + rivestimento” si mantenga il più asciutto possibile. Per tale ragione un prodotto verniciante deve avere bassa permeabilità all’acqua e alta permeabilità al vapore così da ridurre l’ingresso della prima e favorire l’uscita del secondo: numerosi prodotti vernicianti, tra cui pitture al quarzo, pitture lavabili, pitture a dispersione di silicati e alcune pitture a base solvente, possono rispettare queste condizioni, se opportunamente formulati.
I silossanici sono i prodotti vernicianti che meglio coniugano le due esigenze.
Verifica e trattamento
Esistono ambienti dove la contaminazione è molto diffusa: specialmente in questi contesti è molto importante, prima di procedere alla pitturazione, controllare con attenzione la presenza di eventuali infestazioni. Per limitare l’insorgere del problema si dovrà provvedere con interventi ben definiti:
• risanare, ove possibile, la muratura, eliminando i difetti che hanno causato la presenza di acqua, crepe in parete, infiltrazioni dal tetto, rotture di tubi, ponti termici (che possono causare condensa all’interno);
• lavare la superficie con soluzione di idoneo prodotto biocida a largo spettro d’azione, lasciandolo agire per almeno 24 ore (in modo che abbia il tempo di esplicare la propria funzione); l’applicazione deve essere fatta mediante irroratori a bassa pressione avendo cura di trattare tutte le parti, anche quelle meno accessibili e non solo quelle delle facciate da pitturare;
• idrolavare o spazzolare;
• applicare una mano di fissativo;
• applicare due mani di prodotto verniciante che non favorisce lo sviluppo di muffe e alghe di provata efficacia.
Tali azioni comunque, considerata l’estrema varietà delle specie di microrganismi esistenti, delle condizioni ambientali e del supporto, non possono garantire nel tempo che il problema non insorga.
Decoesione superficiale del supporto
Si manifesta per l’azione disgregante delle sub efflorescenze o di forti escursioni termiche (cicli di gelo disgelo) in condizioni di supporto bagnato a causa di infiltrazioni o umidità di risalita.
Verifica e trattamento
Individuare e rimuovere le cause, rimuovere le pitture presenti, pulire e asportare le parti scarsamente coese.
In funzione delle problematiche riscontrate predisporre la preparazione adeguata del supporto per renderlo adatto a ricevere i sistemi di finitura.
Dilatazioni termiche
Gli shock termici a cui sono sottoposte le facciate degli edifici (spesso pitturate con colori scuri che inducono l’aumento della temperatura dei manufatti esposti al sole) generano dilatazioni termiche nei diversi materiali da costruzione utilizzati. Questi movimenti, differenti per ogni tipo di materiale, si manifestano con fessurazioni e crepe che favoriscono infiltrazioni di acqua meteorica innescando varie tipologie di degrado (distacco della pittura, decoesione del supporto). Fenomeni di dilatazione termica possono verificarsi anche su cappotti dove non siano state rispettate le indicazioni riguardanti le caratteristiche dei prodotti e le modalità di posa dei diversi componenti; in questi casi le fessurazioni si evidenziano prevalentemente in corrispondenza dei punti di contatto dei pannelli.
Verifica e trattamento
Se le dilatazioni sono contenute e si presentano come micro cavillature diffuse, di dimensioni moderate, è consigliabile, dopo adeguata preparazione, procedere con l’applicazione di un sistema elastomerico verificandone, attraverso la scheda tecnica, le caratteristiche prestazionali; nel caso di patologia di maggior rilievo, previo pretrattamento mirato di crepe e fessure di maggiori dimensioni, è preferibile eseguire un ciclo di rasatura armata. La risoluzione del problema attraverso la realizzazione di un sistema d’isolamento termico a cappotto è in grado di offrire le migliori prestazioni, in quanto consente di porre in quiete termica l’edificio.
Dilavamenti / lumacature
Si rivelano come rigature biancastre traslucide causate da percolamenti d’acqua o di piogge. Compaiono solitamente su facciate tinteggiate di recente dove il prodotto applicato non ha ancora ultimato l’essiccazione (che può richiedere anche sei-sette giorni in alcune condizioni ambientali) oppure quando il prodotto è stato applicato senza rispettare le indicazioni di corretta posa. Sono provocate dalla separazione di alcune sostanze solubili presenti nella pittura (agenti bagnanti e disperdenti) e portate in superficie dall’acqua penetrata nel film pittorico mentre sta evaporando. Il problema è di sola natura estetica e non compromette le prestazioni delle finiture.
Verifica e trattamento
Di norma vengono rimossi da successivi acquazzoni o si possono eliminare con getti d’acqua controllati, da effettuare a completa essiccazione del film pittorico.
Il lavaggio, realizzato tramite idropulitrici, deve essere abbondante, effettuato partendo da terra e procedendo verso l’alto per poi ritornare verso terra per il risciacquo. In casi particolari, specialmente se il tempo trascorso tra il presentarsi del fenomeno e l’intervento di lavaggio è lungo, il solo idrolavaggio può non essere risolutivo. In questi casi è consigliabile l’applicazione di un’ulteriore mano di finitura. Non commettere l’errore di sovra pitturare senza avere prima eseguito l’indispensabile operazione di lavaggio, in assenza della quale il problema si ripresenterebbe nella
stessa entità. La sola operazione di lavaggio è risolutiva nella maggior parte dei casi.
Disomogeneità del supporto
Difformità del supporto dovute a riprese, rappezzi con stagionature non omogenee o con differenze granulometriche tra parti di intonaco eseguite con materiali, o epoche, se non adeguatamente trattate, possono manifestare alterazioni cromatiche nelle finiture dovute al differente indice di riflessione della luce su supporti disomogenei e/o al diverso assorbimento delle sezioni stesse.
Verifica e trattamento
Le disomogeneità dei supporti, oltre a comportare spiacevoli effetti estetici sulle finiture, può, nel caso in cui si utilizzino sistemi reattivi con i fondi (calci o silicati), evidenziare forti differenze cromatiche in corrispondenza delle diverse tipologie di fondo. Si suggerisce la regolarizzazione dei fondi mediante l’applicazione di idoneo rasante o di specifici fondi di collegamento con elevato potere riempitivo ed uniformante. Nel caso si scelga di rasare il fondo occorrerà rispettare le corrette tempistiche di maturazione delle rasature prima di procedere con la tinteggiatura.
Distacchi di intonaco
Distacchi di intonaco dal supporto sono spesso conseguenza di errori di preparazione o di applicazione. I distacchi si evidenziano tramite battitura perché le parti non adeguatamente coese producono un caratteristico suono “a vuoto” e sono generalmente circoscritte da fessurazioni.
Verifica e trattamento
Supporti molto degradati o con mancata protezione possono in taluni casi presentare zone con distacchi di placche di intonaco. Di norma queste parti si evidenziano perché sono spesso associate a fessurazioni importanti che non seguono linee o andamenti caratteristici ma tendono a circoscrivere zone definite. Quando si è in presenza di questi “marcatori” è necessario verificare tramite battitura lo stato di coesione degli intonaci. Stuccare o sigillare le fessure che circoscrivono queste zone è spesso un’operazione destinata all’insuccesso. I movimenti delle placche dovuti a differenti dilatazioni termiche di norma fanno riaprire le fessure. In questi casi è conveniente demolire e rifare le parti che presentano queste problematiche attendendo poi la corretta maturazione dei fondi prima di intervenire con le pitturazioni.
Distacco della pittura (perdita di aderenza del film)
Può essere generato da diversi fattori quali l’applicazione su supporto sporco, polveroso o bagnato, la presenza di umidità di risalita o da infiltrazione, la formazione di sali, l’esposizione a cicli di gelo e disgelo, l’applicazione su supporti eccessivamente isolati o con materiali incompatibili sui fondi, la presenza di disarmanti sul calcestruzzo.
Verifica e trattamento
Il distacco del film è indice di problematiche di fondo. Tentare di fissare in qualche modo le pitture che non sono bene ancorate è un grave errore. Prima di intervenire è necessario individuare la causa e l’entità del distacco. In funzione a quanto rilevato si può predisporre l’intervento. Se, ad esempio, il distacco è dovuto a infiltrazioni o risalite capillari occorre intervenire sulle cause che hanno provocato il problema, asportando tutte le parti non correttamente ancorate o degradate, ripristinandole con idonei sistemi fino ad ottenere supporti adatti a ricevere le nuove tinteggiature.
Solamente a supporti asciutti si può intervenire con la preparazione e la finitura adeguata. Se il distacco è dovuto a motivi diversi è necessario individuare ed eliminare la causa e provvedere alla rimozione delle parti incoerenti. La preparazione delle superfici dovrà essere realizzata in funzione alla natura delle problematiche riscontrate; seguirà poi l’applicazione dei fondi e delle finiture.
Distacco delle pitture da frontalini di balconi
Il distacco delle finiture da balconi e frontalini è spesso da imputare a difetti di impermeabilizzazione, di sigillatura tra piastrelle e soglia o a errati posizionamenti dei rangi goccia. Il posizionamento corretto degli elementi di completamento delle costruzioni edilizie è fondamentale per la buona riuscita e la durata degli interventi. La mancata o errata sigillatura di copertine, davanzali, cordoli può favorire l’assorbimento di acqua nei supporti. Così come può indurre l’assorbimento di acqua nelle murature la mancanza o il posizionamento non corretto dei frangi goccia, spesso troppo addossati al frontalino, che, in casi estremi, porta al danneggiamento del supporto murario inducendo distacchi di intonaco e ossidazione dei ferri di armatura. Intervenire con pitturazioni su supporti dove siano evidenti queste problematiche che non siano state riparate comporta problemi di adesione e durata delle finiture.
Verifica e trattamento
Nei casi più gravi, quando non si provvede con tempestività a rimuovere le cause, si può giungere al distacco degli intonaci e all’ossidazione dei ferri di armatura delle solette dei balconi. È buona norma, prima di procedere con la tinteggiatura delle parti che possono essere interessate da queste problematiche, provvedere al ripristino delle sigillature o, nel caso non siano presenti gocciolatoi o siano erroneamente posizionati, mettere in atto soluzioni (applicazione di gocciolatoi in lega di alluminio, sigillature copertina / frontalino, etc.) che impediscano all’acqua di infiltrarsi nei supporti.
Queste operazioni devono venire effettuate ragionevolmente in anticipo rispetto alle pitturazioni per consentire l’asciugatura dei supporti interessati da infiltrazioni.
Eccessivo assorbimento dell’intonaco
senza adeguata preparazione può compromettere il risultato e la durata degli interventi. Data la loro caratteristica, questi fondi assorbono molto rapidamente sia l’acqua di diluizione che parte dei leganti dei prodotti utilizzati per la protezione con il risultato di impoverire i sistemi e compromettere il risultato finale di protezione e durata.
Verifica e trattamento
Per stabilire l’assorbimento di un intonaco è necessario effettuare una prova utilizzando solamente dell’acqua ed un metodo empirico. Si procede facendo colare l’acqua sulla parete osservandone il omportamento; possiamo definire un intonaco poco o moderatamente assorbente quando l’acqua cola a lungo e rapidamente, si diffonde poco per capillarità lateralmente alla colatura e asciuga abbastanza rapidamente. Contrariamente, su un intonaco molto assorbente l’acqua scorrerà più lentamente, verrà assorbita più rapidamente nel supporto, la diffusione laterale sarà elevata e il fondo rimarrà bagnato più a lungo. È necessario regolare tramite opportuni fondi il corretto assorbimento dei supporti al fine di applicare in sicurezza i sistemi di finitura.
Per operare la scelta corretta è opportuno agire utilizzando fissativi e diluizioni differenti. Il fissativo scelto e la diluizione praticata saranno adeguati quando i supporti trattati asciugati avranno lo stesso grado di opacità dei supporti non ancora trattati; se bagnati l’acqua scorrerà rapidamente mantenendo il necessario assorbimento al fine di assicurare l’adeguato ancoraggio dei rivestimenti.
Eccessivo assorbimento di acqua delle pitture
L’eccessivo assorbimento di acqua da parte dei supporti esterni pitturati, oltre essere un difetto estetico, è causa potenziale di gravi problemi nelle murature. Questa problematica, che può insorgere anche nel caso in cui siano stati utilizzati ottimi prodotti di finitura, può dipendere da diversi fattori: età avanzata delle finiture, mancata manutenzione, insufficiente quantità di prodotto, errata scelta della finitura, carente preparazione del fondo, mancato rispetto dei tempi di posa, applicazioni in condizioni termo igrometriche estreme. Il mancato rispetto di alcune tra queste prescrizioni può portare ad una reticolazione non corretta del film di finitura che rimane aperto, igroscopico, non in grado di proteggere i pigmenti e soggetto a rapido degrado fino al dilavamento della pittura.
Verifica e trattamento
Quando a presentare questo problema sono vecchie pitture, l’elevato assorbimento è spesso sintomo di forte invecchiamento del sistema. In questi casi è indispensabile procedere con il trattamento dei supporti mediante stesura di un idoneo fissativo in grado di limitare gli assorbimenti dei fondi.
Nel caso in cui il difetto sia riscontrato su sistemi di recente applicazione è necessario ricercare la causa ripercorrendo il procedimento, le condizioni di posa e il tipo di prodotto utilizzato. Nel caso in cui l’assorbimento sia di modesta entità applicare un’ulteriore mano di prodotto a finire rispettando le indicazioni riportate in scheda tecnica. Se l’assorbimento è molto elevato ripetere il ciclo applicativo. Se le caratteristiche del materiale utilizzato non sono in grado di garantire la corretta protezione del supporto cambiare tipo di prodotto.
Fessurazioni cicliche equidistanti
I fenomeni di fessurazioni equidistanti ripetitive, orizzontatali o verticali, sono caratteristici di supporti che hanno problematiche costruttive. Nello specifico si rilevano frequentemente in presenza di costruzioni in muratura portante realizzata in blocchi di cemento cellulare, blocchi porizzati o blocchi cementizi. Possono essere originati da una posa non corretta dei blocchi o della malta di allettamento utilizzata per la messa in opera, dall’utilizzo di intonaci non adeguati o con spessori non corretti. Rappresentano solitamente una grossa problematica per i sistemi di finitura che spesso non sono sufficientemente elastici per questo specifico problema e non in grado di compensare i continui movimenti dei supporti.
Verifica e trattamento
Quando si presentano questi fenomeni è indispensabile una approfondita valutazione visiva dell’insieme delle superfici che consenta di stabilire entità, dimensione, diffusione e origine del problema. Risulta comunque difficile ipotizzare l’evoluzione nel tempo di tali problematiche. Quando il fenomeno è contenuto, e la dimensione delle fessurazioni non eccessiva, è possibile prendere in considerazione l’utilizzo di sistemi a basso modulo elastico. Nei casi più gravi è spesso necessario provvedere a rasature armate con prodotti specifici e finiture con sistemi a basso modulo elastico oppure alla posa di un rivestimento termico a cappotto.
Formazione di muffe e alghe sulle pitture esterne e sui rivestimenti a cappotto
La formazione di muffe ed alghe in esterno è condizionata dal contesto nel quale si trova l’immobile, dalle condizioni ambientali (zone umide), dall’esposizione (pareti a nord), dalla preparazione dei supporti non adeguata (mancanza di trattamenti sanificanti preventivi), dalla presenza di finiture molto assorbenti o non aventi specifica azione antialga e antimuffa, dalle condizioni generali dell’edificio. Si dovrà eseguire un intervento di bonifica, risolvere eventuali patologie dei supporti ed applicare un rivestimento avente specifica funzione di protezione nei confronti di muffe e alghe.
Intonaci degradati
Si tratta di superfici intonacate, particolarmente esposte, o che per molto tempo non sono state protette con adeguati sistemi di finitura. Questi supporti manifestano perdita del potere legante, sfarinamenti, diffuse fessurazioni e, nei casi più gravi, notevole diminuzione di coesione.
Verifica e trattamento
Per tinteggiare un intonaco fortemente degradato occorre prima di tutto valutare visivamente e tramite incisioni con attrezzi, quali scalpellino o raschietto, lo stato di consistenza dei supporti. Nel caso in cui si presentino ben coesi, sufficientemente duri da incidere, regolari e planari, è possibile, dopo la preparazione con eventuale idropulitura, applicare il ciclo di finitura scelto. In presenza di supporti disaggregati, poco coesi, friabili, è necessario valutare se, con una preparazione adeguata, i fondi siano recuperabili tramite rasatura con materiali idonei.
Nei casi peggiori in presenza di intonaci molto degradati con parti in distacco, o fortemente fessurate, può risultare necessario demolire e rifare gli intonaci.
Macchie di ruggine
Le macchie di ruggine si manifestano in corrispondenza di materiali ferrosi inseriti nell’intonaco (paraspigoli, gocciolatoi, ferri d’armatura) senza il necessario spessore di protezione (copri-ferro) o, sotto forma di antiestetiche colature sui pannelli prefabbricati di calcestruzzo, in presenza di impurità di residui ferrosi inglobati nell’impasto degli stessi pannelli.
Verifica e trattamento
Quando a provocare la ruggine sono i ferri di armatura è necessario mettere a nudo le parti, pulirle, rimuovere lo strato ossidato, proteggere i ferri con idonei prodotti di ripristino che inibiscano la formazione della ruggine e successivamente applicare un ciclo protettivo. Quando a provocare la ruggine sono i residui ferrosi contenuti nei pannelli prefabbricati è necessario rimuoverli prima della pitturazione.
Quando il problema è imputabile ai paraspigoli, questi andranno rimossi e sostituiti con altri in materiale idoneo.
Mancata stagionatura del supporto
È buona norma provvedere alla pitturazione degli intonaci esclusivamente a stagionatura avvenuta; nel caso in cui si esegua la pitturazione su supporti ancora freschi l’alcalinità elevata condiziona l’adesione, l’omogeneità e la fedeltà della tinta.
Verifica e trattamento
La verifica della stagionatura è fondamentale per la buona riuscita del lavoro. Spesso la fretta delle imprese o delle committenze, la necessità di smontare i ponteggi, induce ad applicare sistemi di finitura su supporti non asciutti. L’applicazione di sistemi di finitura organici su supporti non adeguatamente stagionati può comportare perdite di colore, interazione con i leganti delle finiture che danneggiano le caratteristiche di protezione e diffusi sbiancamenti delle pitture. È buona norma attendere almeno un mese dalla posa degli intonaci prima di provvedere alla tinteggiatura (preferendo comunque, quando i tempi siano ridotti, l’utilizzo di sistemi altamente traspiranti). Occorre inoltre tenere conto che spessori elevati di intonaco o condizioni climatiche sfavorevoli possono allungare significativamente questi tempi. L’unico sistema utilizzabile su intonaci non perfettamente stagionati è il sistema che utilizza pitture o rivestimenti a base calce naturale. Nel caso in cui si applichino finiture su supporti non asciutti e si verifichino le problematiche sopra elencate è necessario ripitturare i manufatti dopo che i fondi si siano asciugati correttamente.
Mancata stagionatura del supporto
Quando si ripristinano parti di intonaco o si eseguono stuccature/rasature su porzioni di supporto, spesso, per ragioni di tempo, si interviene con le finiture prima che i prodotti applicati siano adeguatamente maturati, pensando erroneamente che il ripristino parziale o la rasatura, possano essere tinteggiati rapidamente. La tinteggiatura eseguita su rappezzi non adeguatamente maturi è soggetta a viraggi cromatici o sbiancamenti (efflorescenze saline, estrazioni di carbonati). È fondamentale ricordare che anche i piccoli ripristini richiedono adeguato tempo di maturazione prima della tinteggiatura.
Verifica e trattamento
Nel momento in cui si presentano viraggi cromatici o sbiancamenti delle pitture applicate su fondi non correttamente stagionati, occorre aspettare il periodo necessario affinché il fondo maturi correttamente.
Il tempo dipende dallo spessore dei ripristini, dalla loro estensione, dai materiali e dalle condizioni termo-igrometriche.
L’uso di fondi o fissativi non riduce il tempo che occorre attendere per pitturare i supporti.
Micro fessurazioni degli intonaci
Le micro fessurazioni degli intonaci possono dipendere da diverse cause come ad esempio da applicazioni in mano unica a forti spessori, dal rapporto non adeguato inerti/leganti o dall’essiccazione troppo rapida. Le micro fessurazioni, se non adeguatamente affrontate, oltre ad un evidente difetto estetico sulle finiture, possono indurre il rapido deterioramento dell’intonaco a causa dell’assorbimento dell’acqua meteorica e dell’umidità ambientale.
Verifica e trattamento
È buona norma, prima di applicare un ciclo di finitura, inumidire con acqua l’intonaco al fine di evidenziare le eventuali micro fessurazioni e provvedere al relativo ripristino. Di norma la dimensione di queste cavillature è contenuta e con l’applicazione di fondo e finitura in quantità adeguata è possibile porvi rimedio. È comunque suggerita una valutazione visiva per stabilirne la diffusione e una stima delle loro dimensioni.
Se risultassero ben visibili e abbastanza diffuse andrebbero trattate in altro modo, ad esempio con l’utilizzo di fondi di collegamento riempitivi, eventualmente fibrati da applicare prima delle finiture.
Micro fessurazioni sulle pitture
Le micro fessurazioni che si rilevano su supporti pitturati possono dipendere da varie cause. Su supporti nuovi, generalmente, le micro cavillature sono riconducibili a difetti di posa degli intonaci che le pitture applicate non sono riuscite a mascherare.
Nel caso si evidenzino su vecchie pitture possono dipendere da più cause, come:
perdita di elasticità del sistema che non è più in grado di compensare le cavillature presenti nell’intonaco generando di conseguenza fessurazioni nelle finiture; problemi di ancoraggio sul supporto delle mani di finitura che, invecchiando, cavillano; ricopertura di vecchie pitture non coese senza adeguata preparazione; applicazione di finiture rigide su sistemi elastici; applicazione di prodotto a forti spessori in mano unica; rivestimenti a spessore applicati in condizioni di esposizione solare diretta o su supporti molto caldi.
Verifica e trattamento
Nel caso si rilevino immediatamente dopo la pitturazione è presumibile supporre che le micro fessurazioni fossero già presenti sull’intonaco e il sistema utilizzato per la tinteggiatura o la quantità di ateriale posato non siano stati sufficienti a mascherarle. Se sono di modestissima entità e poco diffuse è possibile applicare ancora una mano di finitura per mascherarle. Se la loro diffusione è ampia e la dimensione non è contenuta si suggerisce di applicare un fondo riempitivo di collegamento prima della finitura. Quando la dimensione delle cavillature risulta importante occorre prevedere la tinteggiatura con una finitura elastomerica.
Qualora, a presentare cavillature e micro fessurazioni siano vecchie pitture, occorre verificare se queste siano presenti anche nell’intonaco sottostante, stimarne la dimensione, accertarsi tramite le prove di adesione se le pitture siano ancora adeguatamente ancorate al fondo o se sfoglino, e agire di conseguenza.
Dopo la preparazione, che dovrà necessariamente garantire un supporto pulito, coeso, esente da parti in distacco, si potrà scegliere il sistema più adatto. Nel caso in cui, oltre alle cavillature, si mettano in evidenza altre problematiche di omogeneità dei fondi, si può prevedere l’esecuzione di una rasatura di regolarizzazione con inglobata una rete in fibra di vetro da almeno 150 g/m2 sulla quale verranno applicati fondi e finiture scelte.
Presenza di efflorescenze e sub-efflorescenze saline
Sono costituite da depositi cristallini di sali e si presentano sotto forma di macchie bianche d’aspetto incoerente; sono sempre generate dall’ingresso d’acqua all’interno dei supporti (umidità di risalita, fessurazioni, etc.). Mentre il danno causato dalle efflorescenze è prevalentemente di natura estetica, il danno provocato dalle sub-efflorescenze (cristallizzazione dei sali negli strati interni) è di natura strutturale e genera tensioni tali da spaccare gli intonaci, distaccare i rivestimenti, perfino delaminare i laterizi. È indispensabile eliminare le fonti d’ingresso d’acqua all’interno delle sezioni murarie e prevedere adeguati fissativi su intonaci nuovi.
Presenza di fessure o crepe
La formazione di crepe e fessure dinamiche con andamento regolare (orientate, in corrispondenza di solette, travi o colonne) o in prossimità di porte e finestre (posizionate diagonalmente) sono indice di problematiche costruttive. Generalmente si formano su particolari tipologie edili dove la struttura in calcestruzzo è stata tamponata con laterizi, o la struttura è stata rivestita con laterizi molto sottili, e il differente movimento dei materiali o i differenti assestamenti generano problematiche di fessurazioni nei punti di discontinuità.
Crepe dinamiche di differente natura sono quelle che interessano alcune limitate porzioni dell’immobile (ad esempio negli spigoli) e possono essere dovute a differenti assestamenti strutturali (cedimenti di fondazioni, errata distribuzione di carico, problematiche di progettazione e di realizzazione).
Verifica e trattamento
Se i supporti presentano crepe dinamiche si sceglierà il tipo di ripristino in funzione alla loro conformazione, dimensione ed andamento, tenendo in considerazione il fatto che questa tipologia di fessurazioni è soggetta a continuo movimento e gli interventi di ripristino potranno essere eseguiti esclusivamente con sistemi che garantiscano adeguata elasticità.
In taluni casi uno dei sistemi più efficaci d’intervento è la realizzazione del cappotto termico, capace di eliminare le sollecitazioni termiche sull’edificio.
Su facciate fessurate o con presenza di crepe spesso si può prevedere il ripristino per mezzo di rasature armate; in alcuni casi questo metodo non riesce a risolvere o contenere il problema.
In presenza di fessurazioni, previa preparazione, si possono prevedere ripristini con sigillanti verniciabili a basso modulo elastico e finiture elastomeriche. È comunque di fondamentale importanza la valutazione del tipo e della dimensione delle crepe tenendo in debita considerazione i limiti dei sistemi di ripristino in presenza di problematiche strutturali.
Presenza di scritte vandaliche (graffiti)
Il recupero di supporti oggetto di scritte e disegni effettuati con bombolette spray non sempre è di facile soluzione.
Verifica e trattamento
È necessario asportare le scritte meccanicamente per abrasione del supporto o con l’impiego di sverniciatori o detergenti; successivamente, con l’utilizzo di appropriati prodotti, si adotterà un ciclo applicativo con funzione preventiva che faciliterà l’eventuale recidiva manutenzione. Sono presenti sul mercato prodotti che sono in grado di resistere a numerosi cicli di sverniciatura senza che vengano danneggiati. Sono inoltre disponibili altri sistemi definiti “sacrificali”: in questo caso i graffiti vengono rimossi tramite idropulitura insieme al prodotto di protezione che deve poi essere reintegrato.
Rigonfiamenti di vecchi rivestimenti a spessore
Si presentano come anomalie di planarità delle finiture e sono dovute al distacco del rivestimento dal sottofondo. Sono frequenti quando i rivestimenti a spessore sono applicati su supporti umidi, in presenza di risalite capillari o di infiltrazioni.
Verifica e trattamento
Come per il distacco delle pitture anche il rigonfiamento di vecchi plastici è legato a problematiche di fondo.
Spesso questi materiali sono utilizzati su supporti non idonei: ad esempio su vecchie facciate nei centri storici dove la risalita per capillarità nei supporti è in genere molto elevata. In queste condizioni i problemi del fondo si evidenziano sulle finiture. L’intervento in questi casi comporta la rimozione degli strati ammalorati, la realizzazione di idoneo ciclo deumidificante e, a supporti maturi, l’esecuzione di un ciclo con prodotti, anche a spessore, altamente traspiranti.
Quando si presentino distacchi in assenza di umidità del fondo questi sono probabilmente dovuti all’applicazione della finitura su un supporto non correttamente preparato o poco coeso. Se il distacco è contenuto ed il resto del supporto è in buone condizioni si può eseguire un intervento mirato.
Nel caso in cui i distacchi siano diffusi o i fondi non si presentino ben coesi è conveniente procedere con la totale rimozione del rivestimento.
Sfarinamento del supporto
Supporti nuovi e mai tinteggiati presentano spesso sfarinamento superficiale dell’intonaco che può avere origine da diverse cause: problematiche applicative, difetti di produzione, prolungata mancanza di protezione. Il fenomeno di sfarinamento si verifica visivamente e si evidenzia quando, passando la mano sulle superfici con gesti ampi si manifestano perdita di aggregati o imbiancamento della mano.
Verifica e trattamento
In tali casi è necessario provvedere ad un’accurata pulizia del supporto e ad un eventuale consolidamento. Tinteggiare o tentare di fissare supporti sfarinanti senza adeguata preparazione è altamente rischioso. Per ottenere fondi puliti, esenti da polveri, sporco, parti sfarinanti o non sufficientemente coese, nel caso il cantiere lo permetta, il sistema che fornisce le migliori garanzie prevede l’idrolavaggio con pressioni e portate commisurate alle caratteristiche del supporto. Quando l’utilizzo del lavaggio non è possibile, in alternativa, si può procedere con spazzolatura e pulitura manuale o meccanica avendo cura nell’asportare il più possibile la parte non coesa. Particolare attenzione dovrà essere prestata alla pulizia ed alla eliminazione della polvere dalla superficie. In presenza di fondi sfarinanti è necessario applicare un primer per consolidare il sottofondo ed uniformare gli assorbimenti.
Sfarinamento vecchie pitture
Lo sfarinamento superficiale delle vecchie pitture può avere origini diverse: invecchiamento del prodotto, problematiche applicative, bassa qualità del prodotto. È necessario valutare la condizione dei supporti e il grado di deterioramento delle finiture prima di eseguire i lavori. È pratica comune sfregare il supporto con la mano per verificare lo stato di consistenza del fondo.
Verifica e trattamento
In presenza di pitture sfarinanti o polverose evitare assolutamente di applicare fissativi o isolanti tentando con questi prodotti di cementare i fondi. I supporti che presentano finiture sfarinanti vanno accuratamente idrolavati e puliti dopo di che è necessario valutare, eventualmente con le prove di adesione, se è necessario rimuovere gli strati precedenti o è sufficiente applicare un primer per consolidare il sottofondo e uniformare gli assorbimenti.
Nel caso in cui non sia possibile idrolavare le superfici si consiglia di spolverare manualmente e pulire accuratamente i supporti prima di procedere con l’applicazione del fissativo.
Sfogliamento di pitture nella parte bassa di edifici
Si forma a causa di risalite d’acqua per capillarità che danneggiano la parte bassa degli edifici.
Il metodo più diffuso per evitare lo sfogliamento delle finiture consiste nel rifacimento degli intonaci con prodotti e sistemi specifici deumidificanti e diffusivi. La tinteggiatura degli intonaci deumidificanti deve essere eseguita esclusivamente con sistemi altamente traspiranti. Qualsiasi intervento volto a chiudere la porosità dei supporti, come zoccolature in pietra o fondi e rivestimenti isolanti, aumenta il livello della risalita.
Supporto bagnato, macchie o segni di infiltrazioni
Un supporto bagnato spesso si evidenzia perché si presenta localmente più scuro, ed è generalmente accompagnato da efflorescenze biancastre o da patine scure. Quando le infiltrazioni perdurano nel tempo possono compromettere la stabilità degli intonaci, oppure, quando interessano terrazzi, balconi o cornicioni in calcestruzzo, inducono ossidazioni dei ferri di armatura con frequenti deterioramenti e distacchi.
Verifica e trattamento
Rappresenta uno tra i più diffusi problemi che interessano i supporti ed è la principale causa di sfogliamenti delle pitture. Quando, senza tener conto della problematica, si decida ugualmente di pitturare il supporto, si avrà un rapido degrado che si manifesterà con sbollature, distacchi e perdite di aderenza della pittura applicata.
L’operazione corretta da eseguire prevede: la ricerca del guasto o dell’infiltrazione, la riparazione e l’impermeabilizzazione, l’eventuale rifacimento delle parti danneggiate, la corretta essiccazione degli eventuali ripristini e delle parti interessate dalle infiltrazioni, la scelta e la posa del sistema di finitura.
Occorre tenere in considerazione che solette o murature bagnate richiedono tempi di asciugatura molto lunghi, anche alcuni mesi. Forzare i tempi di pitturazione è sempre molto rischioso anche utilizzando sistemi ad elevata traspirabilità.
È buona norma, prima di iniziare la posa dei materiali, verificare le condizioni di umidità dei supporti.
La pitturazione potrà essere eseguita se la presenza di umidità nella massa muraria è contenuta nei valori fisiologici relativi alla muratura stessa e rispetta le indicazioni fornite dalle aziende produttrici dei sistemi di finitura che possono variare in funzione ai materiali scelti.
Umidità di risalita
Migrazioni di acqua dal terreno attraverso la muratura non sono rare anche nelle nuove abitazioni ma è soprattutto nei centri storici e nelle campagne che si mostrano con maggiore frequenza. La manifestazione di tali fenomeni si evidenzia con distacchi di intonaci e di rivestimenti (pitture o zoccolature in pietra) che sono stati applicati per tentare di risolvere il problema e, purtroppo, spesso hanno contribuito a amplificarlo.
Verifica e trattamento
Si sconsiglia di intervenire tramite stuccature, rasature, fissativi a solvente o qualunque sistema non idoneo a garantire adeguata traspirabilità del supporto.
Nel caso siano presenti zoccolature in pietra o in altri materiali vari si suggerisce la rimozione del rivestimento per non favorire ulteriormente la risalita. In presenza di tali fenomeni è necessario intervenire con idonei cicli composti da intonaci deumidificanti, posati seguendo attentamente le indicazioni riportate nelle schede tecniche dei produttori.
La successiva tinteggiatura deve essere eseguita con prodotti altamente permeabili al vapore acqueo rispettando la maturazione del ciclo sottostante.
Muro Interno
Disomogeneità cromatiche della finitura
Le difformità cromatiche possono avere differenti cause: mancato o errato uso del fissativo, eccessiva diluizione del prodotto, eccessiva umidità ambientale, miscelazione del prodotto non corretta, flocculazioni dei pigmenti, scarsa quantità di prodotto applicato, etc. è necessario valutare le cause che hanno determinato il difetto.
Verifica e trattamento
Di norma, l’applicazione di un’ulteriore mano di prodotto, diluito come da specifiche della scheda tecnica sul supporto asciutto, risolve il problema. Potrebbe capitare, soprattutto nel caso di colori particolarmente vivaci, che la difformità cromatica sia da ricondurre alla scarsa copertura di alcuni colori applicati su fondi cromaticamente disomogenei. Nel caso si scelgano colori vivaci è consigliabile, prima di applicare il colore, uniformare il supporto con una mano di fondo bianco o in tinta.
Distacchi delle pitture dal cartongesso
La tinteggiatura del cartongesso può in alcuni casi creare problemi derivanti ad esempio da sommaria pulizia dei fondi, presenza di polvere di carteggiatura, utilizzo di stucchi non adeguati, permanenza prolungata dei nastri, etc.
È importante trattare il cartongesso preventivamente con almeno una mano di fissativo ad alto potere penetrante e consolidante o con specifiche pitture.
Distacco della pittura
Può essere generato da diversi fattori quali l’applicazione su murature che hanno ricevuto numerose tinteggiature, l’applicazione di materiali molto performanti su vecchie pitture sfarinanti o particolarmente povere, la tinteggiatura diretta del supporto sporco, polveroso o bagnato, la presenza di umidità di risalita o da infiltrazione, la presenza di sali, l’assestamento e il ritiro dell’intonaco sottostante.
Verifica e trattamento
Individuare e rimuovere la causa che ha provocato il distacco delle finiture, rimuovere le parti incoerenti o non adeguatamente ancorate al fondo, preparare il supporto che deve essere asciutto, pulito, ben coeso. Applicare un fissativo scelto in funzione delle caratteristiche del supporto e tinteggiare.
Fondi con tappezzerie murali
La tinteggiatura di supporti sui quali è stata applicata una tappezzeria murale richiede particolare attenzione. Possono infatti insorgere problemi quando, dopo aver tolto il rivestimento, non si è provveduto alla rimozione totale dei collanti utilizzati per la posa. In questi casi possono presentarsi fenomeni d’ingiallimento delle finiture, di rigonfiamento, di micro fessurazione o di cordonatura, dovuti alla combinazione del prodotto verniciante con i collanti ancora presenti nel fondo.
Verifica e trattamento
Dopo aver rimosso la tappezzeria murale occorre procedere con la rimozione dei collanti presenti sul supporto. A tale riguardo si suggerisce di rimuovere i collanti mediante lavaggio con apposito stacca parati e raschiare meccanicamente fino ad ottenere una superficie pulita senza tracce di colla.
A supporto perfettamente asciutto, si procederà con la carteggiatura e quindi con la pulizia. Successivamente si applicherà un fissativo per interno e, solo dopo adeguata essiccazione, si tinteggeranno i upporti. In alternativa, dopo aver rimosso la tappezzeria, si può procedere con la rasatura delle superfici e procedere con il ciclo di pitturazione desiderato.
Formazione di muffe sulle pitture interne
Il proliferare di muffe sulle pitture applicate in interno è strettamente legato alla formazione di condense dovute a condizioni ambientali, non sufficienti ricambi d’aria, scarso isolamento termico degli edifici (in particolare in corrispondenza dei ponti termici). Si dovrà eseguire uno specifico intervento di bonifica delle muffe, applicare pitture antimuffa ed anticondensa, se possibile migliorare l’isolamento termico dell’edificio dall’esterno (correzione dei ponti termici), il tutto senza prescindere da opportuni ricambi d’aria.
Supporti vetrificati
Dopo l’applicazione di primer e sottofondi non correttamente diluiti (secondo l’assorbimento del supporto) la parete oggetto dell’intervento può presentarsi lucida e compatta e creare difficoltà di copertura e di adesione del ciclo di pitturazione. Questa problematica si evidenzia particolarmente su intonaci a base gesso, sulle rasature interne o sul cartongesso.
Verifica e trattamento
Si suggerisce di verificare la diluizione del fissativo che, quando correttamente applicato, non deve alterare il supporto rendendolo più lucido. Quando i supporti sono stati compromessi è necessaria una buona carteggiatura, cui seguirà la pulizia del supporto per aumentare l’ancoraggio delle finiture da applicare.